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Sei in /Rubriche/La Locandina/2009/14^ Domenica dell’anno B – 2009

Pensano di conoscere tutto di Gesù e sono chiusi al mistero più grande

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Si potrebbe riassumere il messaggio di questa domenica nell’espressione: «la profezia inascoltata». Colui che manda il profeta Ezechiele gli preannuncia che sta per andare da «figli testardi e dal cuore indurito» (1^ lettura). Nel Vangelo dimostrano di essere tali proprio i concittadini di Gesù, i quali di lui non sanno dire altro che è solo il «figlio di Maria», artigiano e illetterato. Di lui tutti in quel suo paese pensano di conoscere già tutto e ciò li chiude completamente al mistero grande e profondo che Gesù porta con sé e soprattutto a quel Mistero che egli è. Proprio tale ostile indisponibilità al nuovo provoca la peggiore delle situazioni, così descritta dal Vangelo «e lì (Gesù) non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì». A non potersi esprimere non era di per sé la forza (dynamis) di Gesù, che invece si dispiega su alcuni ammalati e animi ben disposti, ma quel dialogo salvifico in cui l’azione di Dio, per raggiungere il suo obiettivo, ha bisogno della collaborazione proprio di noi uomini. Senza di questa diventiamo completamente ciechi e sordi, appunto «figli testardi e dal cuore indurito». Da questa situazione disperata si salvano solo coloro, che come gli ammalati e come Paolo (2^ lettura), riconoscono la loro debolezza e proprio attraverso la debolezza si aprono all’aiuto di Dio, offerto nella persona di Gesù, riconoscendolo finalmente come Salvatore e Messia.
(Foto di Nazareth ai nostri giorni)

PREGHIERA
Girando per i vicoli
e le strette viuzze del mio paese mi sembra talvolta,
nella mia indegnità, di ripercorrere come te,
mio Maestro e Signore, le stradine di Nazareth,
quando Tu, vi facesti ritorno
e guardavi volti conosciuti da tempo
e rivivevi storie a te note dall’infanzia…
Persone certamente diverse le une dalle altre
e tuttavia molte di loro accomunate
da un preconcetto rifiuto verso di te,
che le tue parole non solo non sbloccavano,
ma acuivano ancor di più, fino a impedirti
di mostrarti qual sei: Liberatore e Messia.
Pochi seppero leggere nei tuoi occhi
l’azzurro dell’Infinito da cui provenivi
e che tu stesso sorreggi e fu questo a salvarli.
Aiuta me e quelli ai quali anch’io mi rivolgo,
ad andare al di là di noi stessi,
dei nostri pregiudizi e ad accogliere tra noi
il tuo infinito mistero! Amen! (GM/05/07/09)

Profeta Ezechiele (2,2-5) - In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava. Mi disse: «Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».

2^ Lettera di Paolo ai Corinzi (12,7-10) - Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte.

Vangelo di Marco (6,1-6) - In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

05/07/2009
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