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Gli ambientalisti difendono il fiume Soleo

BELVEDERE MARITTIMO - Dopo l’iniziativa di protesta che portò all’intervento dei vertici della Regione Calabria e dell’ente Parco del Pollino con il conseguente blocco dell’iter tendente ad ottenere l’autorizzazione alla captazione delle acque dei fiumi Lao, Argentino e Corvino per costruirne altrettante centrali idroelettriche, adesso è la volta del Soleo di Belvedere M.mo.
Ancora una volta dell’intera vicenda si occuperà il Consiglio comunale della cittadina alto tirrenica che si riunirà il prossimo 17 ottobre. A prendere l’iniziativa sono stati, con un documento unitario, il Movimento ambientalista del Tirreno, i Verdi di Belvedere M.mo, di Scalea e del Tirreno cosentino, i Vas Calabria, l’associazione Altrasinistra e La Scossa di Orsomarso.
“Siamo venuti a conoscenza – scrivono – di una richiesta di autorizzazione, da parte della Energie Valsabbia spa, per poter effettuare una centrale cosiddetta minhydro sul fiume Soleo che attraversa il territorio di Belvedere M.mo. Facciamo presente che questo tipo di lavori sono stati richiesti da altre ditte, più o meno collegate alla E. Valsabbia, in quasi tutti i fiumi d'Italia ed in particolare del sud. I progetti in questione sarebbero stati disastrosi per l'ambiente naturale che circonda questi fiumi oltre che per la dispersione di acqua che avrebbe prosciugato chilometri interi di tratto fluviale”.
Secondo gli ambientalisti bisogna tenere presente, quando si tratta di luoghi che attorniano l'habitat fluviale, non solo dei lavori progettuali soltanto, ma anche di tutte le conseguenze che questi interventi comportano in termini di realizzazione di strade di accesso, disboscamenti, scavi e altro ancora. Lavori che, secondo le associazioni firmatarie del documento-denuncia, in particolari habitat sarebbero altamente dannosi, specie se ricadenti nell’area del Parco del Pollino o nelle sue immediate vicinanze. Il 17 ottobre prossimo, quindi, il Consiglio comunale di Belvedere sarà chiamato a decidere se proseguire firmando la convenzione o se accogliere alle richieste degli ambientalisti di bloccare tutto.
Naturalmente questi ultimi premono per la seconda ipotesi “anche perchè – sostengono – ancora non esiste un progetto preciso consistente nell’indicazione del posto preciso dove dovrebbe nascere la centralina, l'utilità di questa per le popolazioni del territorio, le modalità di costruzione, la portata d'acqua che viene risucchiata e dopo quanti chilometri verrà restituita, la portata del fiume e la possibilità che il fiume possa resistere senza prosciugamenti di sorta a tale prelievo forzato”.
(san.pio gio.)
11/10/2005
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