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Sei in /Rubriche/La Locandina/LOCANDINA 2011/30^ Domenica dell'anno - 2011 (A)

Nella formulazione della Legge di Dio nel libro dell'Esodo, il libro della liberazione, i poveri e gli emarginati hanno una grande importanza

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - Amare Dio interamente: con il cuore, l'anima e la mente è il "grande e primo comandamento", ma è in inscindibile rapporto con il secondo: "amerai il tuo prossimo come te stesso". Così dice Gesù nel Vangelo, mentre è messo ancora alla prova da un dottore della Legge. La prima lettura precisa che tra i vari aspetti di quest'amore ci deve essere innanzitutto il rifiuto di qualsiasi sopraffazione dei più deboli, rappresentati all'epoca da forestieri, vedove e orfani. Si poteva e si può disattendere l'amore in tante forme: approfittando dei più deboli o praticando forme oppressive di schiavismo. Certamente si poteva allora, come purtroppo si può anche oggi disattendere l'amore semplicemente ignorando la loro sorte, restando indifferenti o dimenticandoli. Nella formulazione della Legge di Dio nel libro dell'Esodo, il libro della liberazione, i poveri e gli emarginati hanno una grande importanza. Non per nulla i suoi protagonisti sono coloro che hanno vissuto nella propria carne ogni genere di prevaricazione e di oppressione. La Parola di Dio enuncia un principio di fondamentale importanza: nessuno potrà opprimere un altro essere umano, ciò vale a maggior ragione per chi è stato liberato da Dio. Deve farsi a sua volta artefice di liberazione per gli altri. Dovrà amare Dio con tutta l'intensità di cui è capace e l'altro come specchio di se stesso.

PREGHIERA
Sogno la festa di tutti gli oppressi liberati,
che cantano tutte le loro canzoni
e danzano in ogni angolo della terra
la gioia della loro liberazione.
Sogno di essere tra loro
per dire ad ogni carne vivente
che se è già duro subire l'ingiuria degli anni
e di tutti gli imprevisti che costellano la vita,
vedere soffrire un altro essere umano
per colpa di un suo simile
è assolutamente insopportabile e rende la terra inospitale,
mentre oscura qualsiasi cielo, dove collocheremmo dèi
che non sono il vero Dio, ma solo simulacri
della nostra cupidigia e delle nostre paure.
Sogno ancora che tu che leggi e ascolti
condivida con me questa speranza
e ne faccia sostanza della tua vita e carne della tua carne,
ne faccia il tuo pane quotidiano, perché insieme
un giorno entriamo tutti nella sala della festa.
Tanto ci conceda il Signore, per il suo infinito amore!
Amen (GM/23/10/11)

Esodo (22,20-26) - Così dice il Signore: «Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d'Egitto. Non maltratterai la vedova o l'orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io darò ascolto al suo grido, la mia ira si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all'indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai prima del tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando griderà verso di me, io l'ascolterò, perché io sono pietoso».

Vangelo di Matteo (22,34-40) - In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «"Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: "Amerai il tuo prossimo come te stesso". Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

COMMENTO ALLA PAROLA
(a cura della Comunità del Cenacolo)

Nella storia della coscienza umana, a saperla ascoltare, risuona un richiamo semplice ed essenziale, quel richiamo che troviamo nelle parole di Gesu' del Vangelo di oggi: il richiamo all'amore.
Richiamo molto antico, "da cui dipendono tutta la legge e i profeti", richiamo che ancora molto tempo prima, nel libro dell'Esodo, si concretizza come difesa degli oppressi, impegno per la giustizia, rispetto e sostegno per i meno protetti di ogni tempo, il forestiero, la vedova e l'orfano.
L'attualità di questa Parola e' sorprendente. Il richiamo all'accoglienza dello straniero cui fa da stridente contrasto il sistema dilagante difensivo, e di paura indotta, nel nostro Occidente, ed in particolare nella nostra Italia, e' stato trasformato nel titolo di un libro, "Anche voi foste stranieri", di Antonio Sciortino, direttore del settimanale "Famiglia cristiana". Molte sono comunque le fonti di informazione che tentano di aprire gli occhi sul dramma dei respingimenti che si sta consumando, sulle violazioni quotidiane a danno dei piu' indifesi, sulla necessità di garantire il diritto all'accoglienza di chi fugge da guerre e persecuzioni. Laura Boldrini, portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati,che ha portato la sua testimonianza anche a Bolzano, nel suo libro dal titolo provocatorio, "Tutti indietro", ci parla di uomini e donne in fuga e di un'Italia tra paura e solidarietà.
E ancora un giovane avvocato, Pietro, della rete "Ambasciata dei Diritti" delle Marche, nella scorsa Marcia per la Pace di Pax Christi ad Ancona, ci parlava del loro impegno di ricerca e documentazione di questi ultimi anni, confluito in un testo "Il porto sequestrato", sulla drammatica realtà dei respingimenti. Un progetto per portare a conoscenza della cittadinanza questo fenomeno che riguarda, insieme ad Ancona, altri porti dell'Adriatico, Venezia, Bari e Brindisi, cui approdano le navi provenienti da Patrasso, con il loro carico di fuggiaschi da situazioni di violenza e di guerra, attraverso l'Afghanistan, l'Iran, la Turchia e la Grecia, nascosti nelle stive dentro o sotto i tir, dopo lunghissimi e tormentati itinerari. Ne siamo a conoscenza in Alto Adige dalla testimonianza del nostro Shiri Alidad.
Il richiamo all'amore e' come un fuoco che dovrebbe bruciare tante nostre resistenze: amore per Dio,per noi stessi, per il prossimo, sono in fondo piu' legati di quello che possiamo immaginare, perche' allargando il nostro senso di bene comune, possiamo ritrovare una dimensione interiore, che osiamo chiamare Dio. Forse tra le "grandi prove" nell'accogliere la Parola, come ci dice S. Paolo nella II Lettura, la piu' faticosa oggi da sostenere e' la consapevolezza dell'enorme abisso che separa il sistema di società in cui viviamo, e di cui siamo corresponsabili, dal piano di Dio di una società fraterna, il suo "regno di amore". Ma una società che si aprisse anche strutturalmente al diverso, al non garantito, all'oppresso, ritroverà in fondo anche il suo autentico benessere, che vuol dire stare bene con se stessi.
                                                                                                                              Gina Abbate

23/10/2011
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