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Sei in /Rubriche/La Locandina/LOCANDINA 2011/31 Domenica anno - 2011 (A)

Rigorismo impraticabile, esibizionismo vanitoso, arrampicamento nella scala sociale

LA LOCANDINA di don Giovanni Mazzillo - «Ma voi non fate lo stesso!». È questa la raccomandazione di Gesù ai suoi discepoli di allora, ma si può dire ai discepoli di sempre. Ma che cosa dobbiamo assolutamente evitare di ciò che Gesù rimprovera ai farisei, per il resto uomini di tutto rispetto, che cercavano di osservare integralmente la legge di Dio? Leggendo il Vangelo di oggi, ciò che lo disturba si può riassumere sotto questi atteggiamenti: rigorismo impraticabile, esibizionismo vanitoso, arrampicamento nella scala sociale. Tutto ciò non è condannato solo in nome di una condotta morale alla quale è tenuto ogni uomo che parla in nome di Dio e della sua legge. Ma molto di più, perché chi si atteggia a "maestro" e "padre" degli altri rischia di distoglierli non solo dall'autenticità interiore della legge, ma anche dalla vera entità di Dio. La sua immagine viene infatti ad essere tanto deturpata da diventare irriconoscibile. Ciò che sta più a cuore a Gesù è che a scoprire l'amore, la misericordia e la bontà del Padre siano i più piccoli, proprio coloro che vengono considerati e si considerano da soli così indegni di Dio da allontanarsene del tutto, anziché esserne attratti. In queste ultime domeniche dell'anno liturgico il Vangelo passa dalla polemica con i farisei alla parte propositiva del messaggio di Gesù. Occorre restituire a Dio la gloria che solo a lui è dovuta, occorre praticare l'amore intenso e incondizionato per Dio e per il prossimo. In Gesù la legge è da vivere interiormente e in maniera "umanizzata". Egli vuole avvicinare a noi il più possibile quell'unico Padre che è anche il nostro più grande amico e l'alleato più fedele.

PREGHIERA
Tu hai voluto essere chiamato Padre,
«abbà» come Gesù il tuo vero Unigenito ci ha insegnato,
e non hai voluto imporci pesanti fardelli,
ma hai solo depositato nel cuore d'ogni uomo
l'anelito verso una dignità che rende uguali
i regnanti e gli ultimi lavoranti nella notte.
Tu ci hai insegnato che non abbiamo padroni
nemmeno nella fede, ma solo referenti e guide
che devono guardare anche loro al tuo Cristo
come unico e indiscusso Maestro.
A Te noi, che pur nel suo nome
siamo chiamati sovente a parlare, chiediamo:
dona l'umiltà necessaria per non prevaricare,
per non prevaricare mai!
E infine che non cadiamo sotto la tentazione
di farci una posizione col tuo nome.
Che il tuo Nome sia benedetto
da ogni uomo e per sempre! Amen! (GM/30/10/11)

1^ Tessalonicesi (2, 7-9. 13) - Fratelli, siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno, vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio. Proprio per questo anche noi ringraziamo Dio continuamente, perché, avendo ricevuto da noi la parola divina della predicazione, l'avete accolta non quale parola di uomini, ma, come è veramente, quale parola di Dio, che opera in voi che credete.

Vangelo di Matteo 23,1-12 - In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro filatteri e allungano le frange; amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare ''rabbì'' dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare ''rabbì'', perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno ''padre'' sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare ''maestri'', perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato".

 

29/10/2011
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