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Capodanno all'insegna della tradizione e impegno

ORSOMARSO – Capodanno trascorso all’insegna della tradizione ad Orsomarso, quello che ha segnato il passaggio dal 2004 al 2005. Quest’anno si sono rivisti anche i famosi cupi cupi e le serenate notturne, dopo la mezzanotte, per le vie del paese nelle quali allegre brigate hanno fatto quasi l’alba a fare le serenate sotto le finestre o agli usci di chi, dopo la serata trascorsa a fare festa con amici e parenti, era già andato a letto.
Nessuno sembra abbia potuto resistere ai canti melodiosi ed insistenti, accompagnati con chitarre e fisarmoniche; tutti con aria assonnata, in pigiama, hanno alla fine aperto la porta di casa accogliendo gli allegri visitatori che dopo aver dato gli auguri di buon anno, hanno eseguito qualche altro canto di buon auspicio, brindato nuovamente al 2005 e, dopo una decina di minuti, hanno ripreso il loro cammino, salutando e ringraziando per tanta cortesia.
Per molti, quello di fare l’alba cantando, a capodanno, è diventato quasi un voto, un volere iniziare in modo frizzante l’anno che verrà, augurando ed augurandosi ogni bene, ma soprattutto una vita attiva vissuta in armonia con se stessi e con gli altri, sia nei momenti belli che in quelli di difficoltà.
Anche a mezzogiorno del 1 gennaio ’05 si è rinnovato il concerto di capodanno da parte della banda musicale di Orsomarso, fra volti assonnati e un po’ incerti, nella piazza Municipio tutti si sono scambiati gli auguri pur nella consapevolezza che ad Orsomarso c’è ancora molto da fare per ristabilire un clima di serenità e concordia. Il che non significa un generico vogliamoci bene ma lavorare concretamente, ognuno secondo il proprio ruolo e funzione, per superare divisioni e contrapposizioni, nel rispetto degli altri e dei diritti di ciascuno.
Nel frattempo, però, il pensiero di tutti è andato al dramma delle popolazioni colpite dal maremoto, alla loro difficoltà, solitudine, alla loro lotta per sopravvivere, per ricominciare da zero a costruire un futuro migliore, lasciandosi alle spalle l’orrore della morte e della disperazione.
(san.pio gio.)
01/01/2005
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