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Papasidero: Le progettiste presetano l'intervento

PAPASIDERO - Le progettiste e direttori dei lavori di restauro e valorizzazione della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Papasidero, finanziato con Decreto PMC 20.11.2002, non ci stanno a ad essere costantemente poste sulla graticola di accuse a volte davvero infamanti, di aver deturpato uno dei luoghi simbolo all’interno del Parco nazionale del Pollino e decidono di fare chiarezza su quello che è stata la natura dell’intervento e le modalità di esecuzione. Franca Colino e Rosanna Droghini, entrambe architette, hanno diffuso un corposo e articolato documento in formato pdf che ricostruisce nel dettaglio il percorso seguito.

Ciascuna fase viene ricostruita e documentata senza tralasciare alcun dettaglio, il tutto accompagnato da immagini altrettanto puntuali e suggestive, che accompagnano il visitatore virtuale in un itinerario che rende bene l’idea del tipo di intervento e delle motivazioni delle scelte adottate, senza lasciare niente al caso. Accostandosi al lavoro da realizzare con l’atteggiamento che vuole che, “fra le principali fasi del restauro la più delicata è quella che riguarda l’inizio dei lavori con cui comincia il dialogo fra noi e l’opera d’arte che ci consiglia le direttive da seguire, ci aiuta risolvere i più intricati problemi, ci svela tanti piccoli segreti tenuti in serbo per noi”.

Un approccio sicuramente particolare e di non secondaria importanza, che le professioniste hanno voluto richiamare per chiarire la metodologia attivata. La pubblicazione messa a punto da Franca Colino e Rosanna Droghini, svolge anche una precisa ricostruzione storica dei luoghi, delle varie vicissitudini verificatesi nel corso dei secoli e dei particolari tecnici e costruttivi delle opere esistenti. “L’idea che ha guidato il progetto di restauro – si legge tra l’altro nel documento – è stata quella di tutelare e valorizzare un’opera nel rispetto della sua stratificazione storica, di cui la Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli costituisce un caso emblematico, in quanto i passaggi storici sono chiaramente leggibili sul manufatto architettonico.

L’intervento di restauro da noi progettato e diretto ha interessato l’intero edificio con l’esclusione del rifacimento della copertura, della controsoffittatura e dell’intervento sulla roccia sovrastante affidati ad altri professionisti. Nell’attuazione del restauro si sono seguite le attuali metodologie che impongono una linea critica nell’operare sul manufatto, in quanto ogni intervento costituisce un caso unico, non inquadrabile in categorie e regole prestabilite, ma da rivalutare e da ristudiare volta per volta, senza assumere posizioni predefinite o schieramenti nei confronti delle diverse problematiche e soluzioni che si presentano in ogni intervento”.

Le operazioni di restauro hanno avuto inizio con la pulitura degli ambienti sottostanti la chiesa per procedere alla messa in opera delle opere provvisionali di puntellamento delle volte. Si è quindi rimosso il pavimento in battuto di cemento per l’alleggerimento del carico sulle volte e la realizzazione sulle stesse di una cappa di malta tixotropica rinforzata con fibre di carbonio. La pavimentazione della chiesa è stata realizzata con pietra grigia locale su massetto alleggerito e rinforzato con rete elettrosaldata. Uno dei tre gradini che conducono al presbiterio, prima in comune marmo bianco è stato sostituito con pietra grigia bocciardata dalle caratteristiche simili a quelli esistenti. Un intervento di pulitura ha interessato gli elementi lapidei presenti all’interno della chiesa quali i rimanenti gradini tra la navata centrale ed il presbiterio e le navate laterali ed il transetto, la soglia dell’ingresso principale, e le botole.

Prima di qualsiasi operazione da effettuare sugli intonaci, sono stati eseguiti da personale specializzato saggi stratigrafici, per verificare presenze riconducibili ad età precedenti, in quanto il dilavamento subito dalle pareti, a seguito delle abbondanti infiltrazioni di acqua piovana, aveva rivelato al di sotto dello scialbo, delle colorazioni.

san. pio gio.
22/03/2007
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