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I giovani di Maierà non vogliono rassegnarsi

MAIERA' - “A Maierà è morto il sociale”. È questa la lapidaria conclusione alla quale è giunto un gruppo di giovani che è fermamente intenzionato a far sentire la propria voce in vista della prossima scadenza elettorale di primavera durante la quale si voterà per il rinnovo della carica di sindaco e del Consiglio comunale del centro alto tirrenico. In un comunicato stampa diffuso nei giorni scorsi che porta la firma di Marco Guaglianone, Francesco Laino e Francesco Pignataro, espongono il loro punto di vista senza risparmiare critiche all’attuale governo cittadino guidato dal sindaco Giacomo De Marco.
I sottoscrittori del documento prendono atto che, tolte le serate estive, ormai da tempo “non si organizza niente per ravvivare un ambiente abbandonato a sé stesso”. Non esiste più lo sport, l’aggregazione parrocchiale e l’attività teatrale che in passato aveva coinvolto con grande successo tutta la popolazione. “Analizzare oggi la realtà – scrivono i giovani – significa dover prendere atto che nessuno ha cercato di salvaguardare la vita sociale, ci sono grandi responsabilità da parte di chi in primis dovrebbe promuovere, coinvolgere, creare. È impensabile far crescere una collettività senza momenti di aggregazione, vediamo tutti i giorni scene di ragazzi che girano a zonzo, nei bar, per le strade o, peggio ancora, costretti a chiudersi in una casa davanti ad una consolle per videogame, tutto questo perché non si ha un’alternativa”.
Ma nel documento c’è spazio anche per l’autocritica. Si afferma infatti che in parte è anche colpa dei giovani, che sono passivi e hanno poca iniziativa, “ma tanta colpa ce l’ha chi realmente può dare e non lo fa. Parliamo – si precisa nel documento – delle associazioni di carattere sociale nate all’apparenza con l’intento di creare qualcosa nel sociale ma che in realtà si sono dimostrate mosse politiche di cui oggi non si sente più parlare. Infine parliamo dell’Amministrazione comunale che nulla ha fatto e nulla sta facendo per creare qualcosa in più del nulla attuale”.
Quello che i giovani chiedono è di avere la giusta considerazione, di ottenere gli strumenti e gli spazi senza i quali cadono inevitabilmente nella depressione e nella “non vita del paese”. Chiedono in sostanza di diventare protagonisti della crescita culturale, civile e democratica della propria terra, creando una nuova prospettiva che non accetta il degrado e la rassegnazione.
(san.pio gio.)
07/12/2005
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