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Parco del Corvino: Amministrazione sotto accusa

DIAMANTE - Il Circolo di Rifondazione comunista di Diamante accusa l’Amministrazione comunale di aver “assestato il colpo finale a ciò che rimane del Parco Corvino, un’area originariamente costituita da un insieme integrato di elementi destinati al tempo libero, allo sport, al gioco e all’utilità sociale”. In una lettera aperta i dirigenti del partito di Bertinotti richiamano l’Avviso pubblico del 9 settembre 2005 con il quale il Comune voleva affidare in concessione o vendere le strutture del Parco.
“L’esito della gara – si legge nel documento – è ancora avvolto nel mistero: siamo finiti sulle pagine dei giornali per misteriose sparizioni delle offerte pervenute. Quello che non avremmo voluto vedere è che, insieme alle strutture fisiche, venisse distrutta l’idea del parco come struttura pubblica, gestita nell’interesse pubblico e fruita dai cittadini e dagli ospiti di Diamante, nella convinzione che un bene costruito con le risorse di tutti non possa essere svenduto. Persino l’idea di vendere l’edificio dell’ex mattatoio per la realizzazione di un centro fisioterapico con relative piscine rappresenta l’asservimento dell’amministrazione della cosa pubblica alle proposte di un’azienda privata.
Certo, non avremmo voluto vedere la nostra amministrazione comunale svendere un patrimonio costato alla comunità alcune centinaia di milioni di lire ad un prezzo a base d’asta notevolmente inferiore al suo valore di mercato”. Una presa di posizione, quella del Circolo 25 Aprile, che apre praticamente un nuovo fronte polemico con l’attuale amministrazione Caselli e quelle precedenti, poste sul banco degli accusati per aver gestito male una risorsa senza riuscire a cogliere le opportunità offerte dalla normativa nazionale a favore dei lavoratori di pubblica utilità che avrebbero potuto essere utilizzati nella gestione del parco.
“Gli Lpu – si legge ancora nella lettera – rappresentano per la maggior parte dei comuni italiani una realtà importante e il loro finanziamento è di anno in anno prorogato dallo Stato e in via di stabilizzazione. A Diamante invece, allo scadere del progetto, molto semplicisticamente si parlò di forme di assistenzialismo e di scarsa professionalità dei lavoratori, per motivare il mancato rinnovo del contratto e la stabilizzazione dei giovani impiegati nel Parco. Quello che è accaduto dopo è sotto gli occhi di tutti: saccheggi, devastazioni, incuria e deterioramento irreversibile delle strutture.
Con questo nostro appello – conclude il documento – vogliamo risvegliare l’attenzione dei concittadini diamantesi perché giudichino i propri amministratori dalle azioni e non dalle dichiarazioni propagandistiche, che vorrebbero far credere che l’attuale maggioranza è mossa da un impulso nuovo, con caratteristiche di sinistra. Le azioni di sinistra noi di Rifondazione Comunista le riconosciamo, e non sono certamente quelle operate da questa amministrazione che si muove secondo schemi vecchi, di subalternità alle classi forti, contro gli interessi dei più deboli”.
(san.pio gio.)
12/11/2005
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