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Boco non rispetta accordi con i Verdi calabresi

CALABRIA - Dal Presidente dell’associazione “La Scossa” riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta indirizzata al Presidente dei Verdi , nonché Ministro, Alfonso Pecoraro Scanio nella quale si denuncia il mancato rispetto degli accordi elettorali interni secondo i quali il toscano Boco, eletto in Calabria avrebbe dovuto dimettersi per far posto a Luigi Marrello. Ma così non è stato ed ecco, quindi, la presa di posizione abbastanza risentita del sodalizio che aveva espresso la candidatura del proprio presidente Antonio Zappaterra nelle liste del Sole che ride, che accusa la dirigenza del partito di accordi interni poco trasparenti che hanno avuto come unico risultato quello di mortificare la rappresentanza calabrese ambientalista che, mai come questa volta sarebbe stata necessaria. (pgs)

Carissimo Presidente,
ti do del “tu” perché so che l’apprezzi. A distanza di un anno e mezzo la Calabria non vede luce Verde in Parlamento, eppure quando vincemmo le elezioni contro la politica utilitarista del Cavalier Berlusconi, le prospettive di una rappresentanza gloriosa, da parte dei militanti ambientalisti della regione più martoriata d’Europa, sembrava essere una realtà viva, al punto da toccarla con mano. Prima di quel periodo l’associazione “La Scossa”, che oggi ha sedi in più comuni del Tirreno Cosentino e che vanta decine di iscritti e gemellaggi con diverse associazioni ambientaliste di Calabria e dell’area del Pollino, insieme ai Verdi di Scalea e della provincia di Cosenza, stringeva un accordo ELETTORALE DI APPARENTAMENTO con la federazione regionale dei Verdi attraverso la candidatura del sottoscritto nella lista alla Camera dei Deputati e per la ventilata probabilità che il candidato cosentino Luigi Marrello, capolista calabrese alla Camera dei Deputati per la lista dei Verdi nella regione, potesse rappresentare, in caso di raggiungimento del quorum, la Calabria ambientalista in seno al Parlamento.

La “promessa calabrese” con sacrificio, bisogna affermarlo con grande forza mio caro presidente, si è esaudita nell’impegno che noi de “La Scossa”, insieme a tutti i singoli Verdi della Regione, abbiamo messo per riuscire nel compito prefissato dell’ottenimento dei voti per decretare alla Storia, finalmente, il primo deputato Verde Calabrese. Ma la storia, quel sogno divenuto realtà, sembra essersi infranta nell’illogico e non trasparente agire di coloro che nel Partito, lasciamelo sussurrare ai quattro venti, amano la poltrona fino ad estasiarsi di potere. Quell’impegno profuso, di cui hai parlato ultimamente a Lamezia Terme, non è stato ripagato dai fatti e i patti stabiliti sono diventati come "parole d’acqua che scorrono senza spegnere il fuoco”.

L’on Stefano Boco, candidato toscano in Calabria, nelle ultime elezioni parlamentari, ha rapito il riscatto calabrese di tutti quanti noi e di tutti gli ambientalisti e non c’è scusa che tenga a sostenere linee di difesa, nemmeno quella della legge elettorale: il parlamentare verde toscano è stato calato sul nostro territorio dall’alto, grazie al nostro impegno è deputato in Parlamento al posto di Luigi Marrello. Il dirigente regionale dei Verdi della Calabria, Italo Sapia, nel suo intervento ha giustamente puntualizzato la mancanza di chiarezza e di rispetto verso i Verdi della Calabria sulla questione del “Deputato mancante”. Questi sono i fatti e per questo, oggi, i Verdi di Calabria sono delusi, ma, soprattutto, perché, in tale modo, perdono la credibilità necessaria per sostenere il Partito stesso e per combattere le battaglia del futuro, andando a sintetizzare ciò in perdita di voti e di valori, gli stessi ingredienti che servono per donare al Paese la proposta ambientalista, pacifista, legalitaria, riformista che tanto ti piace affermare sui giornali ed in televisione.

In parole semplici, “così restando il nostro territorio non è rappresentato come regola democratica vuole e non credo sia necessario continuare a remare dentro una goletta che dice di andare all’equatore e poi, invece, decide improvvisamente di sbattere nei porti dell’isola D’Elba, magari a rimarcar i passi di un grande esilio”. Così come si vede realmente il partito dei Verdi calabrese ha fallito il tentativo di portare voce e luce alle aspettative degli ambientalisti calabresi, tradendo anche il patto stabilito con l’associazione “La Scossa”, ma il fallimento non è dovuto agli iscritti e ai dirigenti calabresi. Esso si perpetra a danno degli stessi come conseguenza di azioni politiche “dettate” dall’alto per conservare ingiustamente una poltrona alla Camera dei Deputati. Per questo, mio caro presidente, occorre che qualcosa e qualcuno si muova da Roma, prima che sia troppo tardi per raccogliere i cocci di quel resta della credibilità espressa nel campo e non sono “chiacchiere” quello che servono a rivitalizzare la serietà della Federazione: solo l’intervento risolutore e giusto del “Presidente dei Verdi” può accogliere l’appello “dovuto” che chiede il rispetto dei patti, al fine di consentire alla Calabria di essere rappresentata da un figlio della sua terra.
Attendo tue risposte.

Antonio Pappaterra - Presidente dell’Associazione “La Scossa” - 08/09/2007
09/09/2007
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