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Il falò e ''u 'mmitu'' di San Giuseppe

Il falo visto dall'alto

Anche quest’anno ad Orsomarso si ripeterà il suggestivo rituale dell’accensione del falò di San Giuseppe. Una tradizione antichissima, tipica delle società agricole e pastorali che lega la sua origine ai riti di passaggio dalla stagione invernale densa di difficoltà e di incognite, alla rinascita della natura, della primavera che inaugura un nuovo ciclo vitale per l’intera comunità.

Ecco quindi un enorme falò, una catasta di legna e fascine di macchia mediterranea con al centro quella che in gergo dialettale viene chiamata ‘’a ‘indinna’’, un albero di leccio dal fusto slanciato e dritto, alto almeno dieci metri. Il tutto preparato con impegno e dedizione da un gruppo di giovani ed anziani che vivono quasi come un voto religioso questo momento e ce la mettono tutta perché comunque il grande fuoco possa tornare ad illuminare la raccolta valle di Orsomarso nella notte fra il 18 ed il 19 marzo.

Bisogna però dire che tutta la popolazione sente con particolare intensità l’evento e si raccoglie nell’area compresa fra via Roma e piazza Giannini per assistere alla fase in cui viene appiccato il fuoco ed al suo svilupparsi lento con una colonna di fumo che sale compatta mescolata ad una miriade di scintille infuocate, finché il crepitio delle frasche non diventa sempre più fragoroso e le fiamme divorano l’intera catasta provocando un bagliore che illumina tutto ciò che sta intorno fino agli speroni di roccia più lontani. Ma il falò di san Giuseppe non è soltanto questo, infatti accanto si sviluppa anche l’altro rituale legato alla preparazione e consumo di pietanze particolari, a base di legumi e cereali secchi, il cosiddetto ‘’mmitu’’ che rappresenta il momento bene augurante per la nuova stagione che tutti vogliono sia produttiva e porti benessere all’intera comunità. Naturalmente oltre al calore del fuoco e di tante succulente pietanze, a creare un’armonia tutta particolare non manca mai l’ottimo vino locale che diffonde allegria e buon umore innescando canti e balli al ritmo delle musiche calabresi. Non è un caso, dunque, che cono sempre più numerosi coloro che, dai vari paesi del comprensorio, si danno appuntamento ad Orsomarso, sicuri di non rimanere delusi.

Dal punto di vista organizzativo, oltre all’impegno infaticabile di Luigi Pugliese, bisogna registrare anche un sempre maggiore interessamento da parte di un gruppo di giovani e dello Slow Food della zona, a dimostrazione del fatto che queste occasioni di incontro e di socializzazione possono crescere ulteriormente e rappresentare una delle tante opportunità per la rinascita delle aree interne.

Luigi Pugliese
P. G. S.
17/03/2004
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