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Enzo Monaco ringraziamenti

GASTRONOMIA - Dobbiamo essere grati ad Alessia Manfredi che su Repubblica.it diffonde la notizia che il peperoncino “è la spezia più antica della storia”. E ci informa che in uno studio pubblicato su Science c’è la prova scientifica che dal Perù alle Bahamas i nostri progenitori mangiavano peperoncino. Addirittura prima della scoperta della ceramica. Qualcosa come seimila anni fa. La giornalista descrive anche le tecniche sofisticate utilizzate dagli scienziati dello Smithsnian National Museum of Natural History.Conclude dicendo che si tratta di una “scoperta che ha sorpreso anche i ricercatori e che getta nuova luce sulle abitudini culinarie dei nostri progenitori preistorici che , a quanto pare, amavano già ricette sofisticate”. Un scoperta, aggiungo io, che non ha per niente sorpreso gli Accademici del peperoncino, abituati da anni a sentirsi ripetere in tutti i convegni che il “peperoncino è la spezia più antica del mondo e dopo il sale marino è l’alimento più consumato sul nostro pianeta”. C’è adesso questa prova scientifica che, grazie a tecniche modernissime, analizza tracce microscopiche di un amido fossilizzato trovate sugli utensili di pietra. Molti archeologi però avevano già accertato la presenza di semi e di peperoncino su reperti provenienti da Tehuacan in Messico e Giutarrero nel Perù, risalenti a oltre settemila anni fa. E quasi sempre c’erano tracce di mais, fagioli, manioca, cacao e zucche. Così come dicono queste ultime ricerche che accoppiano il peperoncino con mais e manioca. Ciò non toglie che dobbiamo essere grati ad Alessia Manfredi come a Roberto Suozzi che qualche settimana fa nella rubrica L’erba voglio pubblicata sull’inserto Salute del quotidiano La Repubblica ci ha informato di un altro studio scientifico dell’Università di Nottingham in Gran Bretagna in cui “si dimostra per la prima volta che la capsaicina, potrebbe uccidere le cellule tumorali con l’eliminazione diretta della loro fonte energetica”. Sullo stesso argomento si era soffermato il Prof. Giulio Tarro in una sua relazione al Festival del peperoncino del 2004 a Diamante. Analizzando gli effetti della capsaicina sui tumori cutanei e sulle cellule umane del tumore mammario. Fino a concludere che “il peperoncino con i suoi componenti sprovvisti di tossicità ma di elevata attivazione sul metabolismo è dotato di grandi potenzialità anticancerogene, non solo aspecifiche come l’alto contenuto di vitamine antiossidanti ed immunomodulanti ma soprattutto per il suo principale agente piccante, la capsaicina, che esplica effetti di chemioprevenzione e chemioprotezione”. Dopo i ringraziamenti, dobbiamo solo ricordare alla collega Manfredi che non è esatto dire che “l’Italia ha dedicato al peperoncino un’accademia e numerosi festival”. L’Accademia gliel’ha dedicata la Calabria che del “diavolillo” è patria d’elezione. Il Festival è uno solo e si fa da quindici anni a Diamante. Il secondo weekend di Settembre. Enzo Monaco Presidente Accademia del peperoncino www.cuochicosenza.org
V. Grisolia
16/02/2007
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