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A rischio povertà anziani e pensionati zone rurali

SOCIETA' E COSTUME - A rischio povertà anziani e pensionati delle zone rurali. La denuncia arriva dall'ottava Festa nazionale dei pensionati in corso a l'Aquila. Motivi di fondo: tagli delle spese sociali, riduzione dei servizi, mancanza di adeguate strutture assistenziali.
Un quadro scioccante, che illustra la precaria situazione di una categoria, quella dei pensionati residenti nelle zone rurali, costretti a vivere al limite della sussistenza. E' quello redatto dall'Associazione nazionale dei pensionati della Cia-Confederazione italiana agricoltori, riunitasi a L'Aquila per aprire l'ottava Festa nazionale dei pensionati che si chiuderà domani.
Anziani sempre più a rischio, secondo i rappresentanti sindacali, per via dei tagli delle spese sociali, della costante riduzione dei servizi (dagli ospedali agli uffici postali), della mancanza di adeguate strutture assistenziali pongono seri problemi ai pensionati a basso reddito che più degli altri stanno pagando le conseguenze del processo di trasformazione dell'economia e soprattutto della crisi congiunturale che vede i comuni costretti a ridurre gli investimenti nel welfare a causa del drastico abbattimento dei trasferimenti dallo Stato.
Una situazione molto difficile, per non dire drammatica. Moltissimi sono costretti a fare i conti con una pensione inferiore a 500 euro al mese e con la carenza di servizi sociali che ogni giorno che passa diventa sempre più allarmante. Basti pensare che i comuni - è stato evidenziato dall'associazione dei pensionati Cia - negli ultimi due anni hanno dovuto ridimensionare la spesa sociale: è stato fatto in media un taglio degli investimenti del 20 per cento, con punte molte più elevate in alcune zone del Sud. Un quadro - è stato sostenuto durante la prima giornata della Festa nazionale dei pensionati - dalle tinte fosche.
D'altra parte oggi in Italia ci sono più di 14 milioni di ultrasessantenni, di cui oltre il 65 per cento vive nelle campagne e nelle zone rurali. E vivono con pensioni al limite della sussistenza. Al contempo la Cia pensionati prova a dettare le linee da seguire. Occorre, quindi, intervenire e adottare subito politiche mirate che rispondano in maniera concreta alle esigenze di una larga fascia di cittadini che continua, purtroppo, a risultare la più debole. Ma le prospettive future non promettono nulla di buono. Le difficoltà economiche del Paese, un Dpef sotto tono e soprattutto una finanziaria per 2006 che si preannuncia totalmente insufficiente alimentano le preoccupazioni dei pensionati della Cia, i quali paventano ulteriori riduzioni dei servizi sociali essenziali e, quindi, difficoltà per chi vive nei territori rurali.
Da qui l'esigenza di nuovi interventi a sostegno di questa categoria, la più vulnerabile davanti ai colpi della recessione in atto e soprattutto alla mancanza di strategie valide nel campo del welfare. Occorrono - ha sottolineato l'Associazione pensionati Cia - che i redditi da pensione siano adeguati, che i livelli di assistenza garantiscano il diritto alla salute e i servizi siano in grado di assicurare un miglioramento della qualità della vita Per i pensionati Cia, dunque, l'aumento dei minimi di pensione, degli assegni familiari e la modifica del paniere per la rivalutazione delle pensioni in linea con l'inflazione, sono obiettivi irrinunciabili nella battaglia in difesa dei diritti dei pensionati ex coltivatori.
In tale contesto, le dotazioni del fondo sanitario nazionale e quello per la non autosufficienza devono essere traguardate ai livelli minimi essenziali che la legge 328/2000 aveva previsto, "ma che il governo ha messo nel cassetto, affrontando i problemi sociali solo attraverso manovre di bilancio".
Inoltre, secondo i pensionati Cia, va sottolineato che la diminuzione dei trasferimenti agli enti locali, rischia di determinare un meccanismo di ulteriore indebolimento dei servizi nelle aree dove vi sarebbe più necessità, soprattutto quelle rurali.
TuoQuotidiano.it
10/09/2005
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