Accedi oppure Registrati
Prima pagina Notizie Articoli Foto Dizionario dialettale Abystron teche Sostienici

dove

Direttore: Pio Giovanni Sangiovanni Credits | Privacy
 
17:09
Domenica
05/05/2024
Traduci English Français Español Deutsch Portuguese

Ictus, 200mila casi all'anno in Italia

SALUTE - Ictus, 200mila casi all'anno in Italia Emergenza disabilità. Più del 50% dei sopravvisuti, in maggioranza donne, è costretto a vivere con una disabilità grave o lieve. Sono 200mila i casi di ictus che si verificano ogni anno nel nostro Paese. E a un anno di distanza, più del 50% dei sopravvissuti si ritrova con una disabilità grave o lieve. Questo vuol dire che almeno 60mila persone sono costrette a vivere con un'invalidità che limita fortemente la possibilità di svolgere le normali attività quotidiane.
E' il quadro che emerge dal II Rapporto ictus dell'Istituto Auxologico Italiano, presentato a Milano. Nel volume (edito da Masson) 40 tra i migliori esperti del settore fanno il punto su numeri, ricerca e terapie, sottolineando che le donne sono le piu' bersagliate dalla malattia. "Infatti il 18% dei decessi femminili è dovuto a ictus, contro l'11% fra gli uomini - sottolinea Alberto Zanchetti, direttore scientifico dell'Irccs Istituto Auxologico Italiano - inoltre alla dimissione le donne sembrano presentare una disabilita' maggiore, come e' emerso dall'esame dei dati sui pazienti ricoverati nella Stroke Unit del nostro Istituto'".
Se un terzo delle persone non sopravvive all'attacco, almeno il 50% di chi ce la fa soffre di paralisi, mancanza di coordinazione ed equilibrio, perdita del linguaggio, disturbi dell'orientamento o problemi di deglutizione. "Il 48% e' emiparetico, il 22% non cammina e il 24-53% ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui - precisa Marco Stramba Badiale, responsabile della Stroke Unit dell'Irccs milanese - Nonostante il miglioramento della prognosi dovuto alla nascita delle unita' specializzate, insomma, moltissimi sopravvissuti non sono autosufficienti: l'ictus rappresenta la prima causa di disabilita' e la seconda di demenza nel nostro Paese, con un enorme impatto su pazienti, famiglie e societa'".
Ma non mancano le buone notizie: secondo gli esperti oggi disponiamo di conoscenze scientifiche, farmacologiche e di strutture ospedaliere che possono ridurre il tasso di invalidita' legato a questa malattia. "Se si riesce a trattare il paziente entro tre ore dall'evento si puo' fare molto", sottolinea Zanchetti. Il problema e' che molto spesso le persone sottovalutano segnali che, invece, dovrebbero spingerle a chiedere aiuto. "Un improvviso e consistente formicolio, problemi di movimento o di orientamento e vertigini non vanno presi sotto gamba - prosegue Zanchetti - sono infatti possibili segnali premonitori". Ma è cruciale che anche la riabilitazione "non sia frammentaria e tardiva: deve iniziare direttamente nella stroke unit e non dopo mesi dalla dimissione".
E se nel Rapporto si auspica la creazione di una 'Rete Stroke' che colleghi gli Istituti della penisola dotati di unita' specializzate, a Milano da poco ha aperto i battenti la nuova Unita' operativa di riabilitazione neuromotoria dell'Istituto Auxologico Italiano. Accreditata presso il Ssn, l'Unita' e dotata di 63 posti letto e di un day hospital per 20 pazienti al giorno.
Insomma, "se nel 2008 secondo le stime ci saranno 950mila italiani con esiti di ictus - aggiunge Giuseppe Nappi,direttore scientifico dell'Irccs Istituto neurologico Mondino di Pavia - occorre offrire le maggiori possibilita' di recupero al numero piu' elevato possibile di pazienti. Anche per questo abbiamo messo a punto un progetto che coinvolge Irccs di Lombardia e Lazio."
17/11/2005
Ascolta con webReader

 


0 commenti.

Per visualizzare lo spazio commenti è necessario accedere al sito.

Accedi
Nome utente
Password
 
 
Registrati | Recupera dati
In questa sezione