Accedi oppure Registrati
Prima pagina Notizie Articoli Foto Dizionario dialettale Abystron teche Sostienici

dove

Direttore: Pio Giovanni Sangiovanni Credits | Privacy
 
11:03
Domenica
05/05/2024
Traduci English Français Español Deutsch Portuguese

L'italiano ama il risparmio ma non è ricambiato

SOCIETA' E COSTUME - Gli italiani amano il risparmio ma non sono ricambiati. Un rapporto Bnl-Centro Einaudi sul rapporto tra abitanti del Belpaese e i loro soldi. Insoddisfatti del proprio reddito, terrorizzati da Borsa e banche e fiduciosi solo nel mattone.
Risparmiare: la nuova utopia dei nostri concittadini. Ma il desiderio è sempre più irraggiungibile. Lo rivela il XXIII rapporto Bnl-Centro Einaudi sulle condizioni economiche degli italiani, che fotografa un panorama di insoddisfazione e sfiducia: verso le banche e verso gli investimenti rischiosi. A dare un po’ di pace a un popolo in ansia, c’è soltanto il caro, vecchio “mattone” che mai tradisce.
E l’investimento immobiliare si conferma il bene-rifugio per eccellenza, la zattera cui aggrapparsi nella tempesta della crisi. Il presente economico per la maggioranza degli italiani si concretizza in un reddito pro-capite in diminuzione: se il valore del 2002 ha rappresentato il massimo degli ultimi 10 anni, il dato del 2005, si legge sul Rapporto, “indica un netto peggioramento, che riporta la valutazione sul reddito corrente al valore medio del periodo 1993-1996, uno dei periodi difficili dell'Italia”. Passa pertanto dal 92 all'89% la percentuale di coloro che esprimono un giudizio positivo sul proprio reddito, ma solo il 3,8% degli intervistati a valutare le proprie entrate “più che sufficienti”, mentre passano dall'8,3 al 10,6% coloro che le giudicano “insufficienti” o “del tutto insufficienti”.
Il futuro, nella percezione del popolo dello Stivale, volge verso pensioni e redditi quanto mai incerti. Scende dall'11 dello scorso anno all'8% la percentuale di chi ritiene che al momento della pensione disporrà di un reddito “più che sufficiente”. I giovani sono un po’ più ottimisti: nella fascia tra i 20 e i 30 anni solo il 10% ritiene che al momento della pensione avrà un reddito insufficiente o del tutto insufficiente (percentuale che tra chi ha tra i 50 e i 60 anni arriva al 27%, e sale al 47% per chi ha oltre 60 anni). Come dire: è ottimista solo chi spera, mentre il pessimismo assale chi ha già iniziato a fare i calcoli in base agli introiti guadagnati.
Nonostante sia salita al valore massimo del 29% la percentuale di chi afferma che il risparmio “è indispensabile”, il 51,4% degli italiani non ha risparmiato nel 2005, contro il 48 del 2004, il 45 del 2003 e il 38 del 2002. Il 2005 è quindi associato ad un ulteriore aumento del numero di individui che non risparmiano, che supera il precedente massimo storico del 2001. Coloro che riescono a risparmiare mettono da parte in media il 10% del proprio reddito. Per gli italiani l'investimento principe rimane sempre il mattone: l'acquisto o la ristrutturazione della casa restano infatti i motivi principali di risparmio (27%), seguiti dall'integrazione della pensione (9%), dall'assistenza medica per la vecchiaia (3,5%). E tuttavia in cima alle motivazioni ci sono i timori per il futuro: il 42% degli intervistati infatti risparmia per far fronte agli "eventi imprevisti".
Cala dal 28 dello scorso anno al 25% la percentuale delle persone che affermano di aver sottoscritto una polizza vita che garantirà un vitalizio, e dal 22 al 16% la percentuale di chi aderisce a un fondo pernsione di categoria. Stabile al 6,5% la percentuale di chi ha aderito a un fondo pensione aperto.
I recenti scandali finanziari hanno allontanato gli italiani dalla Borsa. L’82% degli intervistati dichiara di non fidarsene. Tra i giovani (fascia di età 19-29 anni) la percentuale sale al 91%. Nemmeno le banche godono di particolare credito. Se i risparmiatori nella stragrande maggioranza tendono a non spostare il proprio conto dalla banca dove l’hanno depositato inzialmente, è solo perché tanto “le banche sono tutte uguali”, come ha risposto iol 32,3% degli intervistati.
Le solide mura di una casa danno decisamente più fiducia dei volatili fogli delle partecipazioni azionarie. E’ infatti in rialzo la soddisfazione nei confronti dell'investimento immobiliare, che passa dal 54% dell'anno scorso al 62%. L'87% degli intervistati ritiene importante la possibilità di lasciare l'immobile in eredità.
Toquotidiano.it
21/12/2005
Ascolta con webReader

 


0 commenti.

Per visualizzare lo spazio commenti è necessario accedere al sito.

Accedi
Nome utente
Password
 
 
Registrati | Recupera dati
In questa sezione